• Pubblicata il
  • Autore: Jack
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Dietro quei scogli - Gorizia Trasgressiva

Chissà a cosa pensi, ogni volta che mi vedi arrivare ... Chissà quale fardello porti, con te, cosa schiaccia le tue giornate, cosa ti comprimi dentro e tieni celato, sotto quel vestitino leggero a pois neri che indossi oggi, così corto, sbottonato per metà, fermo al giro vita; gambe scoperte quasi completamente e piedini nudi. Da alcuni giorni, nonostante tu stia accovacciata sulle rocce, ed io a pochi metri di distanza sui sassolini del bagnasciuga, non abbiamo smesso di osservarci, di sorriderci, di incuriosirci. Certo, inizialmente fingevo di leggere il giornale alzando gli occhi a sprazzi, ad intermittenza, per capire se mi stessi controllando, o per verificare se fosse arrivato l'uomo che immaginavo potessi attendere. Oggi c'è qualcosa nell'aria che non capisco. Ho indossato una camicia bianca e dei pantaloni leggeri, ai piedi le mie Tod's blu che non sono certo indicate per scendere su questo angolo di natura selvaggia. Abbronzato, capelli al vento, il petto un po' in evidenza; senza logica (non oso pensare ai rimproveri di mia madre, se mi vedesse ...) ho sbottonato ben tre bottoni per sottolineare la mia abbronzatura, soprattutto per lasciarmi osservare da te. Soffia un vento di bora caldo, non eccessivamente fastidioso, che agita i miei capelli, scoprendo bene la fronte. Noto le gocce salate schiaffeggiate contro le rocce, e qualcuna arriva sulle tue gambe perfette, spruzzi gelidi che in pochi secondi si asciugano sulla pelle in quanto il sole, pur se ci troviamo in uno scorcio di fine estate, è ancora rovente. Chicchi di sale sul tuo corpo non troppo abbronzato, cristalli salati che mi piacerebbe sfiorare addosso a te. Butto a terra i giornali, lo zaino, stendo la stuoia di plastica morbida che mi proteggerà dai sassi spigolosi, e rimango solo con il costume a pantaloncino. Con la scusa di osservare il volo di un gabbiano affamato che plana sulla superficie del mare accanto ad un altro pennuto, ti guardo, cerco di coinvolgerti nella scena, e ti sorrido, attendendo una tua risposta, un qualche cenno di consenso; giri lo sguardo osservando anche tu quei due gabbiani che iniziano a litigare tra loro, e mi regali uno smagliante sorriso, netto, chiaro, tutto per me, come se ci conoscessimo da sempre. Sei lì, proprio come ti aspettavo, come immaginavo di vederti mentre, cuore in gola, scendevo a riva, posteggiata l'automobile alla fine del sentiero che pochi conoscono, ai margini dell'autostrada. Sei bellissima, con quel fisico asciutto e la statura media, come la mia. Hai i piedi puntati alle scavature dello scoglio, ruvide e grezze, spesso taglienti. Il vestito è ormai scivolato a metà coscia e il seno è libero dall'allacciatura dei bottoni. Hai i capelli raccolti, con alcune ciocche ribelli sparse qua e là, ad incorniciarti il viso. Il vento, impertinente, fa il resto e muove tutti quei finissimi fili castani. C'è qualcosa di strano, oggi, nei tuoi gesti, tanto che non riesco a staccarti gli occhi di dosso. Noto che le tue braccia s'allungano lungo i fianchi mentre i palmi, dopo aver coperto un lembo di pelle delle cosce, scivolano ad accarezzarle. Riesco a vedere chiaramente le tue mani che, ingorde, si insinuano a ricoprire a conchiglia il tuo sesso. Mi sorridi, maliziosa, leccandoti le labbra in segno di desiderio; non ti interessa proprio nulla di quello che sto pensando, è il modo che hai per conquistarmi, per avvicinarti a me, per dirci che non ha senso continuare questo gioco muto e inconcludente di sguardi. Sbottoni il vestito, che si apre del tutto, e resti completamente nuda, mentre il mio fiato si spezza e il cuore inizia a pulsare all'impazzata. Vederti lì, su quella roccia, col corpo interamente esposto al mio sguardo, e tutti quegli schizzi di perle salate che ti salgono fino al ventre, sballottati dalle onde, e le onde dal vento, e io da te ... sembra un film, qualcosa di irreale, uno scherzo. Ma cosa stai facendo ... è follia, la tua ... meno male che non c'è nessuno, attorno a noi, solo qualche gabbiano, una barca di pescatori in lontananza, grida di uccelli provenienti dalla vegetazione che si staglia alle nostre spalle. Resto in ginocchio, come sospeso, fisso nelle tue occhiate che nascondono perversione. Con le dita inizi ad aprire le grandi labbra e allarghi quanto più riesci le cosce. Vedo la mano muoversi, mentre, per sollevarti, appoggi l'altra sulle rocce, inarcandoti per accentuare il piacere. Muovi lentamente il bacino, ondeggiando in modo impercettibile come il mare, in una danza che ti porterà all'eccitazione. Dopo qualche minuto di brividi, ti distendi su un fianco reclinando il corpo, in modo da poter puntare i tuoi occhi nei miei. Hai uno sguardo diabolico, che non saprei definire. Non riconosco più in te la brava ragazza, un po' timida, che pensavo di aver incontrato per sbaglio, in un lembo di terra affogato nel mare. Mentre le dita di una mano finiscono a formare cerchi concentrici sul clitoride, l'altra mano sale sul seno e prende tra i polpastrelli un capezzolo pizzicandolo ripetutamente. Non so cosa mi stia prendendo, ma non resisto. Mi alzo in piedi, e mi tolgo il costume. Faccio incastrare l'elastico sul mio membro eretto, che esce schizzando dai pantaloncini. Nudo, abbronzato, baciato dal sole e accarezzato dal vento. çazzo durissimo. Lo dischiudo per te, ne apro la pelle che lo riveste, e mimo una masturbazione che, di lì a poco, mi potrebbe regalare un orgasmo tra le gocce di mare, confondendo il mio liquido trasparente con l'acqua circostante. Sorridi, ancora, mentre rallenti la velocità della tua mano. Mi chiedi di avvicinarti a te, con un gesto di mani e viso, un richiamo irresistibile, qualcosa che razionalmente non farei mai e che invece mi porta a salire sulle rocce su cui sei sdraiata, con pochi balzi. In una tale circostanza, non ha più senso presentarci, raccontarci chi siamo. Seduti l'uno accanto all'altra, tu con le gambe aperte e una mano a scorrere sul clitoride, ti lascio succhiare le mie labbra mentre afferri lesta il ... vibrante, stringendolo saldamente in una sola mano, e masturbandolo a ritmo costante. Mi baci sulla bocca, senza indugio, e poi passi le dita sulle mie labbra, secche per il sole e l'agitazione. Le lingue guizzano fuori e dentro le nostre bocche, mentre le mie mani provano a conoscere come sei fatta, afferrano il viso che mi sta baciando ad occhi quasi chiusi, ne sfiorano guance, orecchie, collo, e si infilano tra i capelli, scendono lungo la schiena, fino ad artigliare i glutei sodi. Risalgono poi su e giù attorno alla spina dorsale, con le unghie a tracciare segni bianchi sulla tua pelle, senza farti male, senza dolore. Ho voglia. Mi sto scoppiando addosso. Ho voglia ... voglia di infilarmi nella tua bocca e venire inghiottito da te. Mi alzo in piedi del tutto, appoggiandomi alla roccia che ci faceva da schienale, e ti consento di succhiarmi lo stelo in un modo più agevole, quasi sistemandolo parallelo alla base su cui appoggio i piedi, proprio all'altezza della tua bocca. Sbatto il mio membro sulle tue gote, un colpo a destra e uno a sinistra, voglio essere ancora più teso, eretto. Poi, quando spalanchi la bocca vogliosa di essere riempita, inizio a scopartela spingendo il cazzo di lato, da una parte e dall'altra, a trapanare le guance, e pompando a più non posso. Sbavi ad ogni penetrazione fino alla gola, producendo rigagnoli di saliva che ricadono sulle tue gambe e poi per terra; spingo la testa più a fondo per conficcarti dentro il membro pulsante, tanto che i tuoi occhi iniziano a lacrimare. A fondo, andrò più a fondo che posso, senza soffocarti. E' davvero unico poter sperimentare quei lunghi fili di bava che una donna sa produrre mentre esegue un ... con tutta se stessa. Fili attorcigliati lungo l'asta che va e viene nella sua bocca, e poi cadono giù, catene di perle trasparenti, formando cascate liquide di desiderio. Il mio orgasmo non tarderà ad arrivare, assieme al tuo. Ti vedo ingoiare tutti gli schizzi di sperma che riesco ad eiaculare, raccogliendo con le dita un filo biancastro scesoti dalle labbra, straripato dalla bocca.

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